Caro cugino, la situazione è più complessa. Parliamo un attimo, ma con calma, che tutta questa velocità è cattiva consigliera. Dare una valutazione delle performance di un sito web che ne restituisca il reale valore per gli utenti è un procedimento che include molteplici fattori, dalla tecnologia alla user experience, fino alla presenza di contenuti di qualità, tenendo sempre conto di quali siano gli obiettivi aziendali.
Tra gli strumenti che possono essere utilizzati dagli addetti ai lavori, PageSpeed Insights di Google è certamente tra i più evocati. Questo tool, in effetti, può davvero rappresentare un valido supporto per dare suggerimenti utili a migliorare un sito web, ma bisogna fare attenzione a soppesare i dati che restituisce per non trasformare un valido mezzo nel nostro fine ultimo, capendo in principio cosa sono quei dati e a chi sono rivolti.
Parafrasando un vecchio spot, dunque, “la velocità è nulla senza il controllo”.

Facciamo un esempio? Eccolo: Amazon, sì sì proprio il famoso Amazon, l’e-commerce dal fatturato che supera i 500 miliardi di dollari: le prestazioni del sito vengono valutate con un punteggio che si aggira tra i 50 e i 55 punti su 100.

Come ci si spiega questo 5 in pagella affibbiato all’uomo più ricco della Terra? Noi abbiamo provato a riassumerlo in 5 semplici punti nel nostro blog.
PageSpeed Insights si concentra solo sulla velocità
PageSpeed Insights si preoccupa principalmente di quanto velocemente si carica un sito web, ma non tiene conto di altre cose fondamentali come l’aspetto grafico e contenutistico del sito, la facilità d’uso, il valore dei contenuti proposti e del grado di accessibilità.
Un video in homepage certamente influisce sulla velocità di caricamento, ma il contenuto emozionale che riesce a trasmettere non può essere sostituito da un semplice testo! Noi stessi abbiamo scelto di inserire un widget per ottimizzare l’accessibilità di nexidia.it e, seppur consapevoli che questo condiziona il nostro punteggio, siamo orgogliosi di averlo fatto e non abbiamo intenzione di farne a meno!
Il punteggio può essere soggettivo
Il tool di Google assegna un punteggio in base a regole e metriche predefinite e standardizzate. Questo punteggio potrebbe non riflettere la situazione specifica del tuo sito web o le esigenze dei tuoi visitatori e le loro richieste. Quindi, anche se si ottiene un punteggio basso, non significa necessariamente che il sito web sia di bassa qualità.
Non considera il contesto
PageSpeed Insights guarda solo agli aspetti tecnici del tuo sito web, ma non tiene conto di altri fattori esterni che potrebbero influire sulle sue prestazioni o sul valore complessivo. Ad esempio, non considera il traffico reale del sito, la presenza di contenuti sempre aggiornati o come stai raggiungendo i tuoi obiettivi di business.
Differenze tra dispositivi
PageSpeed Insights fornisce punteggi separati per i dispositivi desktop e mobile. Tuttavia, questi punteggi possono variare molto tra le diverse piattaforme, senza considerare che le persone potrebbero avere preferenze e comportamenti diversi su dispositivi diversi. Un esempio? Il metodo con cui un sito viene realizzato, il device utilizzato dall’utente, il browser e i componenti aggiuntivi integrati a quest’ultimo, la connessione… sono tutti fattori che influenzano il punteggio.
Non è un parametro SEO
Il punteggio attribuito alle performance di un sito non incide in alcun modo sul ranking dei motori di ricerca, Google per primo, ma si tratta esclusivamente di una valutazione tecnica pensata per aiutare sviluppatori e web designer nel loro lavoro quotidiano.Quindi siamo alla resa dei conti, PageSpeed Insights sì o no?
Sì, quando è uno strumento tecnico in mano agli addetti ai lavori che lo utilizzano per implementare miglioramenti e incrementare l’esperienza percepita. No, quando è pretesto per interventi non pianificati che si basano solo sui numeri.